martedì 3 luglio 2012

Recensione: “Changeless” di Gail Carriger

Titolo: Changeless

Autore: Gail Carriger

Editore: Dalai

Pagine: 328

Prezzo: 15,50 euro

Trama

È metà pomeriggio, per ogni lupo mannaro che si rispetti dovrebbe essere il momento della giornata dedicato al sonno più profondo, eppure a casa di Alexia Tarabotti oggi qualcosa non va: svegliata di soprassalto da un grido, la nostra eroina si accorge che suo marito, Lord Maccon, non è tranquillamente a letto addormentato, ma sta ululando alla finestra. Neanche il tempo di capire che cosa succede che questi fugge. Scompare. Lasciandola sola ad affrontare un esercito di soldati dai poteri soprannaturali, una pletora di fantasmi e, soprattutto, la Regina Vittoria. Infuriata come non mai. Ma Alexia è in possesso di due armi di difesa micidiali che la proteggono da ogni insidia: il suo parasole all’ultima moda e una ammaliante cortesia. Le indagini la condurranno fin nella remota e selvaggia Scozia in mezzo a clan di licantropi di cui riuscirà – con incredibile abilità, e grazie ai suoi poteri di «senz’anima» – a rovesciare le dinamiche interne volgendole a proprio favore. Tra un’avventura e l’altra avrà anche il tempo per rintracciare il maritino scomparso?

La mia recensione

Changeless è il secondo volume di una serie iniziata con Soulless (il libro inserito nella lista dei migliori libri del 2009 da Publishers Weekly) e che continuerà con Blameless sempre edito da Dalai editore.

Ambientato in una magnifica Londra della seconda metà dell’Ottocento dove il mondo soprannaturale vive in una fragile armonia con il mondo umano. Vampiri, licantropi, fantasmi, preternaturali e uomini hanno imparato a convivere.

La protagonista indiscussa e incontrastata del romanzo è Alexia Tarabotti, una zitella, come molte volte viene definita perché, nel primo libro non è ancora sposata. Qui la ritroviamo finalmente moglie di Lord Conall Maccon quarto barone di Woolsey, Alfa dei lupi mannari della zona.

Alexia è di origini italiane ed è una preternaturale, cioè non ha l’anima ma è in grado di annullare qualsiasi potere soprannaturale semplicemente toccando un vampiro o un licantropo.

Alexia è anche una muhjah al servizio di Sua maestà la regina Vittoria, cioè è il terzo membro, dopo il Sommo ed il Supremo, del Consiglio Ombra. Il Sommo è il consulente di Sua maestà per quanto riguarda i vampiri, ma è confinato in un territorio abbastanza limitato e può operare solo di notte, il Supremo è il consulente per ciò che riguarda i licantropi ma ad ogni plenilunio deve rimanere rinchiuso in una cella, una muhjah, nome femminile di origine araba che significa “sangue del cuore”, ha molta più libertà, può viaggiare in dirigibile e si deve interessare degli affari del regno.

Carriger ci immerge così in questa atmosfera intrisa di pizzi e merletti, dirigibili e parasole, tazzine di tè  e carrozze, dove quasi ci sembra  di respirare l’odore di pioggia e terra, il fumo delle ciminiere di un mondo che alla fine dell’ 800 sembra il migliore dei mondi possibili, l’uomo era al centro dell’universo e le grandi invenzioni cominciavano a migliorare sempre più la qualità della vita. L’autrice ci fa così respirare lo splendido periodo vittoriano, siamo nel pieno della Belle Epoque che va dagli anni settanta dell’800 fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale; sono più di quaranta anni in cui l’Europa godette di un periodo di pace intera, il campo scientifico si evolse in modo inaspettato e in generale tutto il sapere umano si sviluppò.

Per Alexia non c’è mai un attimo di pace, un pomeriggio suo marito, dopo aver parlato con un fantasma, parte senza dire nulla a nessuno per la Scozia. Come se non bastasse, uno strano fenomeno si stava diffondendo per l’Inghilterra, una grave epidemia di umanizzazione: gli esseri soprannaturali erano tornati ad essere completamente umani, mortali, ed Alexia essendo la muhjah ha il compito di indagare su questo strano fenomeno.

Il modo di scrivere dell’autrice si conferma elegante e molto curato, anche se non mancano i momenti ironici e le battute tra i vari personaggi, che ci fanno sorridere, anche la storia non è mai banale, l’attenzione del lettore è sempre al massimo, non mancano i colpi di scena soprattutto nel finale che ci porta ovviamente ad aumentare la nostra curiosità sul terzo libro “Blameless”.

Ogni personaggio del romanzo è perfettamente caratterizzato sia psicologicamente che esteticamente e questo fa in modo che il lettore si possa affezionare di più ad un personaggio piuttosto che ad un altro proprio perché vengono scandagliati fin nel loro profondo.

Questo libro si merita tutte e cinque le stelline e per chi non si fosse ancora avvicinato alla figura di Alexia, vi consiglio caldamente di farlo! E’ una saga imperdibile!

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2 commenti:

  1. anch'io l'ho amato molto
    l'ho scagliato al muro alla fine della lettura perchè non so quanto resisterò ancora senza sapere come va a finire!

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