SALONE DEL LIBRO DI TORINO dal 9 al 13 maggio 2024 - VITA IMMAGINARIA

giovedì 29 febbraio 2024

Vita immaginaria. Salone del libro Torino 2024

 Care lettrici,

la XXXVI edizione del Salone è ispirata alla raccolta di scritti Vita immaginaria di Natalia Ginzburg, uscita esattamente 50 anni fa. Come dice la nostra Direttrice editoriale, Annalena Benini:

Questo Salone è l'omaggio alla vita immaginaria, in tutte le sue forme: al suo modo creativo, malinconico, fiducioso e sempre nuovo di creare altri mondi e di farli incontrare, sperando perfino che qualcuno di essi possa diventare reale


Voi ci sarete in questa nuova avventura immaginaria? Io non vedo l'ora!



Il manifesto di quest'anno è stato creato dall'illustratrice Sara Colaone: è il racconto di un territorio dove lo sguardo si fa libero di immaginare e di contemplare vite e pensieri che crescono in modo autonomo, creando infinite possibilità. Un inno all'immaginazione e alla comunità: un invito a inventare insieme nuovi mondi e nuovi spazi che appartengono alla collettività. Sogniamo insieme pagine, parole, vite che già esistono e ci nutrono.


lunedì 19 febbraio 2024

L'Odissea spiegata male per DeAgostini

Quando studi i grandi classici a scuola, poi ti ci vogliono dieci anni di analisi per riprenderti. Un po’ perché non si ha voglia, un po’ perché a quell’età si è più interessati a rubare auto a GTA, e un po’ perché la distanza tra Manzoni, Dante, Virgilio e gli adolescenti sembra abissale. 

Ma c’è un trucco per avvicinare i ragazzi ai testi sacri: tendere loro il tranello dell’umorismo. 

Mentre leggono, ridono. E mentre ridono, imparano». Parola di Francesco Muzzopappa che dopo i successi dell’Inferno spiegato male, L’Europa spiegata male e I Promessi Sposi spiegati male, torna in libreria per spiegare male l’Odissea.


L'Odissea spiegata male
è una versione divertente del grande poema epico attribuito a Omero, mai così completa, scattante e interattiva.


Dal 20 febbraio in libreria.

Un nuovo appassionante capitolo nella collezione di libri game più esilaranti ed educativa di sempre, a firma dell'autore de L'inferno spiegato male, L'Europa spiegata male, I promessi sposi spiegati male.

 

A 3000 anni dalla versione di Omero (anno più, anno meno), la storia più epica mai raccontata, tramandata all'inizio per via orale - come lo sciroppo per la tosse! - viene "spiegata male", ma in realtà riscritta benissimo, da Francesco Muzzopappa. Il viaggio di Ulisse viene cantato dall'inizio alla fine, ma, come negli altri titoli della collana, con molti bivi e deviazioni, attraverso un testo pensato per una lettura a più livelli capace di conquistare i ragazzi come gli insegnanti. All'interno, anche enigmi da risolvere, intermezzi divertenti e utili specchietti che approfondiscono temi e personaggi, senza dimenticare le strepitose vignette di Daw.

Francesco Muzzopappa è nato a Bari e vive a Milano. Le sue commedie per adulti fanno di lui una delle voci più brillanti della letteratura italiana. Dente per dente ha vinto il Premio Massimo Troisi 2017, mentre su Una posizione scomoda e Heidi sono in lavorazione due grandi film. Il web lo ama per le straordinarie Fiabe Brevi che finiscono malissimo, prodotte in collaborazione con Sio. Per De Agostini ha scritto L'Inferno spiegato male, Graceyard in carne, ossa e mummie, Il primo disastroso libro di Matt, già vincitore del Premio Selezione Bancarellino 2021, Il nuovo catastrofico libro di Matt e Pianeta Terra Chiama Matt.

sabato 10 febbraio 2024

La tele a Torino di Aldo Dalla Vecchia

 Aldo Dalla Vecchia ha realizzato il suo sogno d’infanzia: far parte della “scatola magica”.


Autore televisivo da trentasei anni, ha riversato la sua competenza, il suo amore per il piccolo schermo, il fascino della ricerca e l’entusiasmo in 108 pagine dense di contenuti curiosi, aneddoti poco conosciuti, biografie di piemontesi, di nascita o di adozione, che hanno intrecciato le loro vite con i raggi catodici, interviste inedite (con un ricordo affettuoso di Raffaella Carrà) e un racconto sorprendente… Il risultato è un’opera multifome e polifonica, vivace e coinvolgente come un grande spettacolo: un ottimo modo per celebrare un’importante ricorrenza e le radici torinesi della tivù!


La tele a Torino di Aldo Dalla Vecchia




Con il patrocinio del Festival Giallo Garda e del Tignale Summer Festival e la copertina di Ernesto Anderle Il 3 gennaio 2024 la televisione italiana compie le sue prime 70 primavere: Aldo Dalla Vecchia celebra questo anniversario con un punto di vista ancora poco indagato, le origini sabaude della tivù. Un saggio sulla preistoria del piccolo schermo, con un “Dizionario minimo dei piemontesi che hanno frequentato la televisione”, interviste esclusive a personaggi femminili che hanno fatto la storia del medium (la prima regista Alda Grimaldi, la conduttrice Enza Sampò, un omaggio a Raffaella Carrà) e un approfondimento sul Museo della Radio e della Televisione. Completa il volume un racconto inedito, Questione di fili, di ambientazione torinese.


Aldo Dalla Vecchia (Vicenza, 1968) è autore televisivo e giornalista da trentasei anni. Abita a Milano con le gatte Carmelina, Assunta, Anicetta, la cagnolina Alma e il gatto Attilio. Vorrebbe passare la vita a scrivere libri e basta, ma non è ancora possibile. In tivù ha firmato decine di programmi, come Target, Verissimo, Il bivio. Ha collaborato tra gli altri con Corriere della Sera, Epoca, A e Mistero, di cui è il coordinatore editoriale da otto anni. Attualmente scrive per il settimanale Oggi. Da qualche anno tiene un corso sulla scrittura televisiva al Master Fare TV dell’Università Cattolica di Milano. È autore di ventitré libri.


Intervista con l’autore, a cura di Staff Buendia


Cosa rappresenta, per te, il piccolo schermo?


Il piccolo schermo per me rappresenta il sogno d’infanzia diventato realtà. Da bambino passavo ore e ore a guadare la televisione, che negli anni Settanta era molto diversa da oggi. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto avere a che fare in qualche modo con quella scatola magica. Da adulto, sono riuscito a realizzare il mio sogno d’infanzia, diventando autore televisivo: il mio amatissimo mestiere da trentasei anni.


In 108 pagine ti sei cimentato nella saggistica e nella ricerca, in 83 ritratti, in 4 interviste, in un racconto: come è stato dedicarti, in un unico progetto, a forme di scrittura breve così diverse?


Mi è piaciuto immensamente, proprio perché ho messo insieme tanti tipi di scrittura diversi: il saggio, andando a raccontare “la preistoria sabauda della tivù”; la biografia, nel “Dizionario minimo dei piemontesi che hanno frequentato la televisione”; l’intervista, nel capitolo “Grandi signore, piccolo schermo”, grazie agli incontri con Alda Grimaldi ed Enza Sampò e all’omaggio a Raffaella Carrà; la narrativa, con Questione di fili, il racconto che chiude il volume.


Nel tuo lavoro, e nella stesura de La tele a Torino, hai avuto l’opportunità di incontrare grandi signore e grandi signori della tivù: cosa ti hanno trasmesso (in questo contesto ci sembra il verbo ideale!)?


C’è un episodio, o un personaggio, che ti ha colpito in modo particolare? In oltre tre decenni di attività televisiva, ho avuto modo di conoscere centinaia di persone e personaggi, davanti alle telecamere e dietro le quinte. Mi ha molto colpito, durante la stesura de La tele a Torino, una donna straordinaria che non avevo ancora avuto la fortuna di incontrare: Alda Grimaldi, la prima regista della storia della televisione italiana, attiva negli studi torinesi della Rai ancor prima della nascita della tivù. Un vulcano inesauribile di energia e una fonte preziosa di ricordi, aneddoti, testimonianze. Poterla intervistare è stato un enorme privilegio.