Aldo Dalla Vecchia ha
realizzato il suo sogno d’infanzia: far parte della “scatola
magica”.
Autore televisivo da
trentasei anni, ha riversato la sua competenza, il suo amore per il
piccolo schermo, il fascino della ricerca e l’entusiasmo in 108
pagine dense di contenuti curiosi, aneddoti poco conosciuti,
biografie di piemontesi, di nascita o di adozione, che hanno
intrecciato le loro vite con i raggi catodici, interviste inedite
(con un ricordo affettuoso di Raffaella Carrà) e un racconto
sorprendente… Il risultato è un’opera multifome e polifonica,
vivace e coinvolgente come un grande spettacolo: un ottimo modo per
celebrare un’importante ricorrenza e le radici torinesi della tivù!
La tele a
Torino di Aldo Dalla Vecchia
Con il patrocinio del
Festival Giallo Garda e del Tignale Summer Festival e la copertina di
Ernesto Anderle Il 3 gennaio 2024 la televisione italiana compie le
sue prime 70 primavere: Aldo Dalla Vecchia celebra questo
anniversario con un punto di vista ancora poco indagato, le origini
sabaude della tivù. Un saggio sulla preistoria del piccolo schermo,
con un “Dizionario minimo dei piemontesi che hanno frequentato la
televisione”, interviste esclusive a personaggi femminili che hanno
fatto la storia del medium (la prima regista Alda Grimaldi, la
conduttrice Enza Sampò, un omaggio a Raffaella Carrà) e un
approfondimento sul Museo della Radio e della Televisione. Completa
il volume un racconto inedito, Questione di fili, di ambientazione
torinese.
Aldo Dalla Vecchia
(Vicenza, 1968) è autore televisivo e giornalista da trentasei anni.
Abita a Milano con le gatte Carmelina, Assunta, Anicetta, la
cagnolina Alma e il gatto Attilio. Vorrebbe passare la vita a
scrivere libri e basta, ma non è ancora possibile. In tivù ha
firmato decine di programmi, come Target, Verissimo, Il bivio. Ha
collaborato tra gli altri con Corriere della Sera, Epoca, A e
Mistero, di cui è il coordinatore editoriale da otto anni.
Attualmente scrive per il settimanale Oggi. Da qualche anno tiene un
corso sulla scrittura televisiva al Master Fare TV dell’Università
Cattolica di Milano. È autore di ventitré libri.
Intervista
con l’autore, a cura di Staff Buendia
Cosa rappresenta, per
te, il piccolo schermo?
Il piccolo schermo per me
rappresenta il sogno d’infanzia diventato realtà. Da bambino
passavo ore e ore a guadare la televisione, che negli anni Settanta
era molto diversa da oggi. Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto
avere a che fare in qualche modo con quella scatola magica. Da
adulto, sono riuscito a realizzare il mio sogno d’infanzia,
diventando autore televisivo: il mio amatissimo mestiere da trentasei
anni.
In 108 pagine ti sei
cimentato nella saggistica e nella ricerca, in 83 ritratti, in 4
interviste, in un racconto: come è stato dedicarti, in un unico
progetto, a forme di scrittura breve così diverse?
Mi è piaciuto
immensamente, proprio perché ho messo insieme tanti tipi di
scrittura diversi: il saggio, andando a raccontare “la preistoria
sabauda della tivù”; la biografia, nel “Dizionario minimo dei
piemontesi che hanno frequentato la televisione”; l’intervista,
nel capitolo “Grandi signore, piccolo schermo”, grazie agli
incontri con Alda Grimaldi ed Enza Sampò e all’omaggio a Raffaella
Carrà; la narrativa, con Questione di fili, il racconto che chiude
il volume.
Nel tuo lavoro, e
nella stesura de La tele a Torino, hai avuto l’opportunità di
incontrare grandi signore e grandi signori della tivù: cosa ti hanno
trasmesso (in questo contesto ci sembra il verbo ideale!)?
C’è un episodio, o un
personaggio, che ti ha colpito in modo particolare? In oltre tre
decenni di attività televisiva, ho avuto modo di conoscere centinaia
di persone e personaggi, davanti alle telecamere e dietro le quinte.
Mi ha molto colpito, durante la stesura de La tele a Torino, una
donna straordinaria che non avevo ancora avuto la fortuna di
incontrare: Alda Grimaldi, la prima regista della storia della
televisione italiana, attiva negli studi torinesi della Rai ancor
prima della nascita della tivù. Un vulcano inesauribile di energia e
una fonte preziosa di ricordi, aneddoti, testimonianze. Poterla
intervistare è stato un enorme privilegio.