Titolo: Il posto dei miracoli
Autore: Grace McCleen
Traduzione: Norman Gobetti
Editore: Einaudi
Pagine: 304
Prezzo: 18 euro
La trama
In quella stanza Judith McPherson, dieci anni
e la fantasia per riempire i vuoti, raccoglie quello
che altri definirebbero rifiuti- erba secca, scatole
di fiammiferi, vecchi lacci da scarpe - e ne fa preziosi
mattoni per costruire un perfetto, confortevole
mondo in miniatura.
Perché il mondo, quello grande, perfetto non è:
a casa un padre cupo e irreprensibile, tutto intorno
una comunità religiosa per la quale la fantasia
è peccato e la fine del mondo è sempre dietro l'angolo,
e a scuola le minacce di un compagno violento.
Come difendersi? Basterebbe un miracolo. Un po' di
neve fuori stagione, magari. Una bella spolverata
di zucchero, farina e cotone sul mondo in miniatura...
ed è allora che per Judith cominciano i guai.
La mia recensione
Judith è una bambina di dieci anni che, con un pezzo di stoffa
e qualche materiale di recupero, può creare un mondo fantastico, il suo mondo,
la “Terra dell’Adornamento”, un luogo dove riesce a trovare rifugio e conforto
nei momenti più difficili della sua giovane vita.
La madre è morta dopo il parto e suo padre, addolorato,
arrabbiato e gravato da questa nuova enorme responsabilità, si chiude in un
mondo freddo, distaccato, senza sentimenti, dove l’unica sua consolazione sembra
essere la fede religiosa che lo porta a vagare di casa in casa ed avvertire
tutti dell’arrivo dell’Armageddon che spazzerà via il mondo e solo chi avrà
meritato la Terra Promessa si potrà salvare.
Per Judith, il suo mondo inventato, è l’unico luogo che la fa
sentire al sicuro, che la protegge dal bullo della scuola e che dove ogni suo
desiderio si trasforma in realtà. Proprio come quella volta che decise di far
nevicare sulla Terra dell’Adornamento e per giorni nevicò veramente nella realtà
e lei poté stare a casa da scuola lontana da quel suo compagno che le aveva
promesso di metterle la testa nel water!
E se fosse stato un miracolo? Ci crede veramente ed i suoi
miracoli si perfezionano sempre di più, a tal punto che arriva a parlare anche
con Dio!
Questo libro ci pone di fronte a tante chiavi di lettura, a
tanti piani che possiamo decidere di scalare ed entrare nel nostro io più
profondo. Due mondi in contrasto, quello degli adulti: freddo, senza sentimenti
ma con la convinzione di sapere sempre la verità e la cosa giusta da fare;
dall’altra quello dei bambini, alle volte cresciuti troppo in fretta, che si
accollano i problemi degli adulti e vorrebbero che il mondo fosse migliore.
Il bullismo, presente nelle scuole, è un altro tema che
possiamo trovare in questo romanzo, ma anche l’emarginazione del padre di Judith
quando decide di non partecipare allo sciopero della sua fabbrica.
La difficoltà di una bambina di crescere in questo mondo di
adulti che, svuotati di tutto, vivono e predicano solo nell’attesa della fine
del mondo.
Judith è dolce, tenera, verrebbe voglia di consolarla, di
aiutarla perché ci rispecchiamo in lei: chissà quanti di noi hanno avuto un
amico immaginario o quanti di noi si sono rifugiati in un mondo immaginario solo
per sfuggire alle brutture del mondo reale.
Ma tutto questo non conterebbe nulla se non ci fosse la mano
della giovane autrice: la sua è una scrittura poetica, elegante, sembra che
riesca a far danzare le parole sulla carta e noi ne rimaniamo letteralmente
ipnotizzati, ammaliati fino all’ultima pagina.
E’ un libro imperdibile, una piccola favola che porta dentro
di se delle grandi riflessioni.
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