lunedì 12 dicembre 2011

O mia Patria – Storia musicale di Risorgimento, tra inni, eroi e melodrammi.

Cari lettori, oggi voglio proporvi un libro che si discosta molto da quelli a cui siete abituati a leggere, ma visto che siamo ancora nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dell’unità d’Italia e visto che io amo l’opera lirica, questo libro è sicuramente perfetto!

GIOVANNI GAVAZZENI, ARMANDO TORNO,
CARLO VITALI
O MIA PATRIA
prefazione di Philip Gossett

image

Prezzo € 18,00
Editore Dalai Editore
Collana I saggi
Data uscita 08/11/2011
Pagine 335

PIÙ DELLA LETTERATURA E DELLA POESIA,
FU L’OPERA LIRICA IL GRANDE VEICOLO DEGLI IDEALI PATRIOTTICI,
COSTITUENDO UNA VERA STORIA NON SCRITTA DEL RISORGIMENTO.
QUESTO LIBRO LA ESPLORA PER LA PRIMA VOLTA

Nell’anno del 150° dell’Unità, molto è stato scritto sui patrioti, i grandi protagonisti della politica e la conquista dell’identità nazionale. Resta un ambito poco esplorato, al confine fra la Storia, la storia della musica e la sociologia, che può dirci molto su come si sono «fatti» gli italiani nel cinquantennio che precedette l’Unità. È il variegato mondo della musica in senso lato, che non si esaurisce nei titani dell’opera e nelle loro simpatie politiche – da Verdi padre musicale della Patria, a Rossini super partes, a Donizetti osteggiato dalla censura suo malgrado – ma è molto più interessante nei rapporti tra librettisti e censura, più tollerante prima del 1848, spietata dopo, perché resasi conto dell’enorme potere dell’opera di infiammare gli animi. E tra pubblico e potere politico. La lotta allo straniero si consumava nei teatri in molti modi: boicottando, a volte, le prime, cambiando parole chiave nei cori. Così «Si ridesti il leon di Castiglia» dall’Ernani di Verdi, cantato dai volontari nel ’48 diventava «Leon di Caprera» o «Leon di San Marco» nella Repubblica di Venezia. Celebre, perché trasfigurato nel film Senso di Luchino Visconti, l’episodio della rappresentazione della Norma di Bellini alla Scala: al coro «Guerra, guerra!» si scatenava la reazione patriottica del pubblico contro gli ufficiali austriaci presenti. Ma al di là della mitologia
risorgimentale, costruita e imposta nel periodo post unitario, esiste una musica popolare, fatta di inni, marce e romanze, cancellata dalla storia ma che negli ultimi anni si va riscoprendo, e di cui ci offre un profilo la prefazione di Philip Gossett. Per capire cosa cantassero sulle barricate, durante le 5 giornate di Milano, i patrioti che non conoscevano i testi dell’opera. La musica, dunque, è stata veicolo e cemento della
coscienza unitaria, e può dirci sul Risorgimento più di quanto la Storia tramanda.

Gli autori

Giovanni Gavazzeni, musicologo, critico musicale de «Il Giornale». È autore di programmi e ha curato presentazioni in video di opere e concerti per il canale satellitare «Classica».

Armando Torno, milanese, editorialista del «Corriere della Sera» ha pubblicato una ventina di libri. Da 11 anni conduce il programma Musica Maestro su Radio 24.

Carlo Vitali, musicologo, collabora col mensile «Amadeus» e con diversi siti operistici del mondo anglosassone.

Nessun commento:

Posta un commento