venerdì 25 maggio 2012

Recensione: Hunger Games di Suzanne Collins

Trama primo libro

Quando Katniss si offre volontaria per gli Hunger Games sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È un reality show organizzato dal governo con una sola regola: nell’Arena uccidi o muori. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l’audience. Katniss non permetterà che ci vada la sua sorellina e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Ma ci riuscirà a costo dell’amicizia e dell’amore?

Trama “La ragazza di fuoco”

Grazie a una minaccia di suicidio, Katniss e Peeta hanno vinto gli Hunger Games sfidando pubblicamente lo Stato. Il loro gesto ribelle scatena la reazione nei 12 distretti di Panem, diventando un simbolo di libertà. Ma il presidente Snow non dimentica e per vendicarsi indice una nuova edizione dei giochi: un torneo in cui a sfidarsi saranno tutti i precedenti vincitori. I protagonisti finiscono così nuovamente nell'arena. E le torture fisiche e psicologiche che hanno già subito non saranno niente in confronto a quello che li aspetta...

Trma “Il canto della rivolta”

Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.


La mia recensione

Questa volta ho deciso di fare la recensione per l’intera saga perché penso che una volta iniziato a leggere il primo libro è impossibile non leggerli tutti!

Dopo un lungo periodo di disastri, siccità, uragani ed altre calamità naturali, la parte del mondo chiamata Nord America fu letteralmente spazzata via e dalle sue ceneri nacque Panem, composta da una grandiosa città, Capitol City, attorniata da tredici distretti che avevano il compito di portare pace e prosperità soprattutto alla capitale.

Molti dei distretti ad un certo punto si rivoltarono contro il dominio incontrastato di Capitol City e così vennero i Giorni Bui, che portarono alla rivolta dei distretti, ma dodici furono sconfitti ed uno distrutto.

Fu così che venne stipulato un Trattato del Tradimento, che diede nuove leggi agli abitanti e per ricordare che i Giorni Bui non si sarebbero mai più dovuti ripetere, furono istituiti gli Hunger Games.

Gli Hunger Games sono una vera e propria punizione, per tenere soggiogati i distretti e far capire chiaramente chi possiede il coltello dalla parte del manico, cioè Capitol City. Le regole sono semplici ogni anno i distretti devono fornire due partecipanti, un ragazzo ed una ragazza di età compresa tra i dodici ed i diciotto anni scelti tramite un sorteggio.

I ventiquattro tributi vengono rinchiusi in un’arena all’aperto, che è letteralmente un campo di gioco ma che può contenere tutto, da un deserto ad un bosco, da un ghiacciaio al mare: I concorrenti devono combattere tra di loro fino alla morte, solo uno sarà il vincitore.

Con questa idea magistrale Suzanne Collins, ci immerge in un mondo spietato, dove solo poche persone comandano mentre tutti gli altri abitanti dei distretti devono vivere alla mercé di Capitol City, sacrificare i loro figli, lavorare e vivere in miseria e povertà senza mai alzare la testa, senza poter avere un minimo di speranza in un futuro migliore perché gli Hunger Games sono lì a ricordarglielo:

“Se alzate un dito, vi distruggeremo dal primo all’ultimo. Proprio come abbiamo fatto con il Distretto Tredici.”

Non dobbiamo però dimenticare gli abitanti di Capitol City, loro hanno sempre vissuto nell’agio e nel lusso più sfrenato, per loro gli Hunger Games sono lo show dell’anno, rimangono incollati alla TV per giorni sperando in grandi effetti speciali, massacri, trappole e sofferenze che rendano lo spettacolo sempre più eccitante.

Nel primo libro la Collins ci racconta il giorno dell’estrazione: Katniss appartiene al Distretto 12 quello più povero, quello dei minatori, quello che non ha mai nessuna possibilità di vincere perché in 73 edizioni ne ha vinte solo due.

Quando Katniss sente pronunciare il nome della sua sorellina Prim, non ci pensa due volte, si offre volontaria come tributo al suo posto.

Come ragazzo è stato sorteggiato Peeta, un ragazzo che in passato ha già aiutato Katniss quando lei stava morendo di fame, ma le sembra troppo buono e gentile per avere la stoffa del vincitore.

L’autrice riesce così a farci entrare in questo mondo surreale ed assurdo, dove l’uomo viene completamente annientato nel suo essere più profondo. Qui non possono esistere amore, amicizia, lealtà o pietà, qui esiste solo la sopravvivenza, l’uomo viene così trasformato in una bestia dove sopravvivono solo gli istinti primordiali: il predominio sugli altri.

Il futuro che il Presidente Snow voleva cancellare usando il “futuro del mondo” cioè i ragazzi, gli si rivolta contro perché saranno proprio loro ad accendere la scintilla della speranza.

Un allucinante racconto che può essere letto con punti di vista diversi: come semplice storia di un amore contrastato e difficile in un mondo dove i sentimenti non possono esistere, ma si può salire anche ad un livello superiore e trovare una forte denuncia verso chiunque usi la violenza per avere sempre più potere e che mai nessuna guerra è giusta, non ci sono mai vincitori perché sia da una parte che dall’altra il sangue versato è sempre troppo.

Suzanne Collins ha acceso una scintilla anche nel mio cuore, scrivendo questa storia così cruda, violenta e struggente, ogni protagonista ti rimane impresso nella mente e nel cuore e se devo essere sincera tutta la storia mi ha creato una vera e propria dipendenza proprio come la “morfamina”,  mentre la tristezza e la malinconia hanno accompagnato la mia mano quando ho chiuso l’ultima pagina.

Il dente di leone è diventato il mio fiore preferito al posto della rosa. Vero o falso?

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1 commento:

  1. Bella recensione complimenti... sono proprio d'accordo, soprattutto con il tuo stato d'animo post chiusura del libro.
    Una storia delicata come un fiore e terribilmente realistica. Scusa se mi sono intromessa... un saluto

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