martedì 28 agosto 2012

Speciale Anteprima: Finché le stelle saranno in cielo di Kristin Harmel

Carissimi, oggi vi voglio parlare di un libro che mi ha colpito fin da subito e si tratta di “Finché le stelle saranno in cielo” di Kristin Harmel, una storia di amore e di pace, di perdono e di verità, di speranza e fiducia e del superamento di tutte le differenze etniche e religiose, ci racconta un episodio storico quasi sconosciuto ossia l’aiuto dato dai musulmani agli ebrei in fuga dal nazismo. E’ un libro che ci parla d’amore, ma ci fa ricordare i terribili anni della Seconda Guerra Mondiale perché solo ricordando, si può provare ad evitare gli stessi errori, ed ho usato il verbo “provare” perché sappiamo molto bene che i genocidi avvengono ancora oggi nel mondo! Grazie a Garzanti avremo la possibilità di leggere questo libro dal 30 agosto 2012.
Titolo: Finché le stelle saranno in cielo
Autore: Kristin Harmel
Traduzione: Sara Caraffini
Editore: Garzanti
Pagine: 356
Prezzo: 16.40
In libreria dal 30 agosto 2012
Trama
Da sempre Rose, nell'attimo che precede la sera, alza lo sguardo a cercare la prima stella del crepuscolo. È quella stella, anche ora che la sua memoria sta svanendo, a permetterle di ricordare chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria sulla rive della Senna. Il suo è un passato che nessuno conosce, nemmeno la sua amatissima nipote Hope. Ma adesso, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce al suo ultimo desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E, dopo settanta lunghi anni, di mantenere una promessa.

Rose affida questo compito alla giovane Hope, che non ha nulla in mano se non un elenco di nomi e una ricetta: quella dei dolci dal sapore unico e inconfondibile che da anni prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Cod.sweetnessofforgetting
Ma prima di affidarle la sua memoria e la sua promessa, Rose lascia a Hope qualcosa di inatteso confessandole le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all'Olocausto. Hope è sconvolta ma determinata: conosceva l'Olocausto solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all'eccidio. Per questo, per dare un senso anche al proprio passato, Hope parte per Parigi. Perché è nei vicoli tra Place des Vosges, la sinagoga e la moschea che è nata la promessa di Rose, una promessa che avrà vita finché le stelle saranno in cielo.
Sarà proprio lo sguardo curioso e appassionato della giovane Hope a svelarne il segreto fatto d'amore, di vite spezzate e soprattutto – come indica anche il suo stesso nome – di speranza. E a rivelare anche al lettore un segreto ancora più misterioso, una luce inattesa negli anni bui dell'Olocausto, un evento tanto storicamente accertato quanto poco conosciuto, che tuttavia ha salvato dall'orrore le vite di molte persone.
«La Harmel ci ha stregato.»
Publishers Weekly
«Finalmente un'autrice in grado di toccare le corde più sensibili dell'animo umano.»
Booklist

«Una storia di sentimento che illumina una delle pagine meno esplorate della storia contemporanea.»
Goodreads

Vi riporto lo speciale che D.Repubblica.it ha dedicato all’autrice ed al libro, dove troviamo i sei modi per trovare ispirazione a Parigi secondo Kristin Harmel (QUI), per chi non avesse mai visitato questi luoghi vi ho inserito anche le immagini…così potete sognare di più!
Un picnic al Campo di Marte
La Torre Eiffel è per me uno dei posti più evocativi di Parigi. Forse perché è seduta ai suoi piedi che un decennio fa ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo.
Ancora oggi, sostare alla sua ombra permette di fantasticare sugli eventi di cui è stata testimone. La torre, costruita nel 1889, in epoca relativamente recente, ha visto sfilare davanti ai suoi occhi la belle époque, la fine dell’innocenza all’alba della prima guerra mondiale, gli anni 20 del Novecento, epoca d’oro della letteratura, fino gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale per arrivare agli anni della ricostruzione post bellica e lo sviluppo del turismo ai giorni nostri. Oggi si staglia oltre le luci della città e diffonde il suo brillio durante le ore notturne.
Non c’è modo migliore di iniziare una gita a Parigi comprando qualche leccornia per il picnic nella vicina Rue Cler e consumarla in un erboso angolo del Campo di Marte, il più ampio spazio pubblico verde di tutta la città che si sviluppa lungo un'area rettangolare che va dalla Torre Eiffel alla Scuola Militare. Consiglio una visita al tramonto quando la torre si trasforma da una spada che fende la luce del giorno in un cono scintillante di stelle che si stagliano nel cielo notturno.
Come arrivarci: Fermati in Rue Cler al mercato pedonale (Metro: Ecole Militaire) poi muoviti verso Ovest in direzione Rue Grenelle o Rue Sainte-Dominique per arrivare fino al parco.
Sorseggiare vino al Réfuge des Fondus
 Spesso l’ispirazione arriva quando entriamo in contatto con il nostro lato infantile. Un giro al Réfuge des Fondus a Montmartre serve proprio a questo. Qui, in uno dei più piccoli e stretti ristoranti che ti sia mai capitato di vedere, puoi mangiare fianco a fianco con avventori locali e stranieri, e sorseggiare vino e birra da veri e propri… biberon per bambini. Sì lo so che gli alcolici non sono esattamente ‘la bevanda dell’infanzia’ ma dove potrebbe mai capitarvi un’occasione del genere? La fonduta poi non parliamone… è divina.
Per arrivarci: 17, Rue des Trois Frères, Metro: Abbesses.
Fermata bonus: Dopo avervi cenato consiglio una passeggiata digestiva a Montmartre, verso la Basilica del Sacro Cuore da dove potrete godere di una meravigliosa vista delle città dall’alto che nelle notti più terse toglie letteralmente il respiro. Oppure semplicemente perdetevi tra le tortuose stradine di uno dei quartieri parigini più ricchi di storia.
Una passeggiata al Pont des Arts
La Senna taglia Parigi in due parti e i ponti che collegano le due sponde offrono alcune tra le più suggestive viste della città. Tra questi il mio preferito è sempre stato il Pont des Arts, un bellissimo ponte pedonale che congiunge il Louvre all’Istituto di Francia. Non solo si può fare un rilassante picnic sul ponte (molti francesi lo fanno) ma se per caso ti capitasse di essere lì con il tuo o la tua amato/a, la tradizione vuole che la coppia attacchi un lucchetto personalizzato alla grata del ponte e getti poi la chiave nel fiume. È un gesto che simboleggia l’amore eterno. Il ponte è perfetto anche per passeggiare e sorseggiare un bicchiere di vino al tramonto (ovviamente portati la tua bottiglia!).
Per arrivarci: Metro Pont Neuf o Louvre Rivoli
Fermata bonus: Si tende ad associare l’arte di Parigi al Museo del Louvre ma il vicino Musée d’Orsay (Metro: RER Musée d’Orsay) che si trova in una stupenda ex stazione ferroviaria di inizio secolo, offre alcune tra le più belle opere di artisti impressionisti e post-impressionisti come Monet, Manet, Degas, Renoir e Van Gogh. A due passi dal Pont des Arts è aperto fino a tardi il giovedì (21:45) e fino alle 18 durante gli altri giorni della settimana. Il museo rimane chiuso il lunedì.
Una visita al Mémorial de la Shoah
Sono in tanti ad associare Parigi con lo shopping, i musei, il vino e il cibo. Ma valorizzano la città anche importanti testimonianze e monumenti della storia contemporanea. Il Mémorial de la Shoah è un commovente monumento in ricordo delle vittime della Shoah in Francia e in tutta Europa. Il muro dei nomi conta 76.000 persone deportate dalla Francia, di queste 11.000 sono bambini e ne sono sopravvissute solo 2.500. Il Mémorial che può essere visitato in poco tempo è un luogo che fa riflettere e affascina allo stesso tempo. L’ispirazione ha a che fare con la riflessione e questo è il posto per riflettere su un momento molto triste della storia dell’umanità.
Come arrivarci: 17, Rue Geoffroy l’Asnier (Metro: Saint-Paul, Hotel de Ville o Pont-Marie).
Fermata bonus: Uno dei più cupi periodi della Shoah a Parigi fu ‘Il rastrellamento del Velodromo d’inverno’ che ebbe luogo nel luglio 1942. In soli due giorni, più di 13.000 ebrei furono radunati nel Velodromo prima di essere deportati, per la maggior parte, ad Auschwitz. Oggi un monumento in ricordo di questo orrore si erge nei pressi del luogo in cui sorgeva l’edificio. (Quai de Grenelle, vicino alla Torre Eiffel).
Una pausa drink a Le Valois
Ho sempre creduto che la cosa che rende una città straniera magica sia mangiare insieme ai suoi abitanti. Quanto amo prendere un drink nel rumoroso Quartiere Latino, uno dei miei angoli preferiti di Parigi si trova invece del tutto fuori dal circuito turistico (ma in linea d’aria non troppo distante così non si rischia di perdersi). Giusto in una vietta laterale rispetto al Moulin Rouge, nel decadente quartiere di Pigalle, vi troverete faccia a faccia con un bar che serve leggeri snack e ottimi drink. Dal patio si vede anche la Torre Eiffel. È molto conosciuto da chi lavora e vive nella zona e il personale è davvero amichevole. Fermati per un drink e dì a Jean Michel Colin, il proprietario, un mio vecchio amico, che ti manda Kristin Harmel. Sarai subito avvolto dal vero spirito di Parigi.
Per arrivarci: 20, Rue Bruxelles (Metro: Place de Clichy o Blanche).
Fermata Bonus: Giusto dall’altro lato della città, vicino a Notre Dame, troverai un altro bar che vale davvero la pena visitare: Le Caveau des Oubliettes dove potrai trovare una vera ghigliottina del tardo Settecento. Si trova al 52 di Rue Galande (Metro Saint-Michel o Cluny-La Sorbonne) e c’è spesso qualche concerto nel seminterrato.
Un Tour molto dolce
I dolci di Parigi sono cosa nota ma invece di attenersi a un tour delle solite pasticcerie perché non regalare alle tue papille gustative un ampio tour. Puoi cominciare con un croissant per colazione in una delle tradizionali panetterie di quartiere (si trovano ad ogni angolo ma conviene farsi raccomandare da persone del luogo), per passare poi a un assaggio di baguette ancora calda e croccante. Una volta che hai acquisito le ‘conoscenze base’ in campo di dolci puoi addentrarti un po’ di più nella multietnica offerta dolciaria della città.
A Rue des Rosiers nel quartiere Marais (Metro: Saint-Paul), potrai trovare alcune pasticcerie ebraiche tradizionali tra cui Sacha Finkelsztajn (27, Rue des Rosiers), una delle più famose. Se attraversi la Senna, sul lato sinistro troverai il cuore pulsante della Parigi musulmana, la Grande Moschea di Parigi (2, Place du Puits de l’Ermite, Metro: Place Monge), al cui interno c’è una pasticceria. Qui, in una corte soleggiata potrai sorseggiare tè alla menta e assaggiare alcuni dolci tradizionali (molti dei quali hanno una spiccata origine Nordafricana). Pensaci un attimo: non trovi molte similarità di gusto tra i dolcetti dell’ebrea Sacha Finkelsztajn e quelli musulmani della Grande Moschea? Mi piace pensare a questa coincidenza come a una grande metafora delle similitudini che ci sono tra i popoli.
Per finire in grande stile la giornata dedicata ai dolci, una pausa da Pierre Hermé è quasi obbligatoria: vi potrai assaggiare uno dei migliori Macaron di Parigi.
Fermata bonus: Considerando che le pasticcerie fanno solo da sfondo alle bellezze del centro di Parigi, consiglio, invece di salire su una Metro, di passeggiare da una pasticceria all’altra facendoti venire l’acquolina in bocca al solo ammirare le vetrine. Se volete allungare di qualche minuto il tragitto da Sacha Finkelsztajn alla Grande Moschea, fai una deviazione verso l’Ile St-Louis e delizia il tuo palato con un gelato da Berthillon (29-31, Rue Saint-Louise en l’Île, Metro: Pont-Marie). Non guarderai più il gelato come prima.
Vi segnalo inoltre l’intervista per Il Libraio.it QUI.
L’autrice
Harmel Kristin Harmel è nata a Boston. Appassionata di scrittura sin da quando era una bambina, a soli sedici anni ha iniziato a collaborare con alcune testate americane come reporter, mentre studiava. Dopo l'università e una laurea in letteratura, ha iniziato a scrivere per People, dove lavora tutt'ora. Collabora anche con Glamour e altri magazine americani. È opinionista di diverse trasmissioni televisive, come Good morning America. Ha pubblicato diversi romanzi, bestseller negli Stati Uniti ma inediti in Italia.
QUI il sito dell’autrice.
IL CASO EDITORIALE: 
Settembre 2011 Kristin Harmel è una giovane scrittrice americana e ha appena finito di scrivere il suo nuovo romanzo, Finché le stelle saranno in cielo, in cui ha raccontato con coraggio la storia che aveva dentro da anni. Una storia straordinaria che getta una luce inattesa negli anni bui dell'Olocausto, svelando un evento tanto storicamente accertato quanto poco conosciuto, che tuttavia ha salvato dall'orrore le vite di molte persone.
20 dicembre Una delle più importanti agenzie letterarie americane invia Finché le stelle saranno in cielo agli editori di tutto il globo.
Pochi giorni dopo In contemporanea si scatenano aste in America, Germania, Francia, Italia e molti altri paesi del mondo.
Vigilia di Natale Garzanti Libri riesce ad acquistare i diritti.
Gennaio 2012 Il romanzo non è ancora uscito, ma già si inizia a parlarne sui media americani che lo salutano come il libro che racconta l'Olocausto come non era mai stato fatto prima.
Febbraio Si tratta per i diritti cinematografici.
Primavera Gli editori di tutto il mondo si coordinano per il lancio internazionale.
Fine agosto Finché le stelle saranno in cielo esce in Italia.
Booktrailer

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